Il trequartista “made in Turchia” tra panchine e palcoscenici…
Kenan Yildiz sembrava il re del progetto Juve la scorsa estate. Con un rinnovo che faceva invidia a un romanzo d’amore e il numero 10 da far girar la testa, tutte le speranze erano su di lui. Ma ecco che arriva Thiago Motta, che lo sposta un po’ più ai margini del campo, come una vecchia bobina di film dimenticata in soffitta.
Poi, arriva la sosta delle Nazionali. Con un tocco magico degno di Harry Potter, Montella lo trasforma nel fulcro del gioco in maglia rossa turca. Un 4-2-3-1 scolpito nel marmo, e Yildiz nel cuore della sfida contro l’Ungheria, come un giocoliere in un circo blasonato. Tutti i 90 minuti sul palco, lontano dalla panchina triste del Franchi.
Curiosamente, proprio quando sembrava il momento di brillare contro la Fiorentina, Yildiz è finito a spelare il panchinaro d’eccezione. Ironia vuole che dopo 41 presenze sempre attivo, eccolo fermarsi alla 42ª partita, in quella che sembrava l’occasione perfetta per Motta di usarlo al meglio. Ma tant’è, il teatro del calcio è pieno di sorprese, e Yildiz sembra destinato a essere la stella mancata… o la cometa in arrivo!