Colpo di testa o di fortuna?…
Immaginate un bersaglio da luna park, ma senza centrare l’orsacchiotto: così il povero Vlahovic contro il Manchester City. La sua heatmap assomigliava più a una macchia di ketchup sul tavolo di un fast food piuttosto che al moto perpetuo di un attaccante. Quasi fermo, proprio come quando cerchi di risolvere il cubo di Rubik con le mani nelle tasche. Che dire, la situazione si fa più intricata di un puzzle da mille pezzi per l’attaccante della Vecchia Signora.
E quando finalmente pensi di aver risolto almeno un mini-gioco, ecco arrivare il goal del 5-2. Proprio lui, l’abito della festa che cerca di coprire il caos sottostante. Certo, segnare è bello, ma come mettere la ciliegina sulla torta del tuo avversario! Vlahovic, in quella serata, sembrava aver scambiato il campo con un labirinto, incapace di trovare l’uscita tra le maglie avversarie.
E mentre il futuro del serbo sembra traballante come una sedia a tre gambe, i piani della Juventus ballano come uno sciatore esperto sull’appennino romagnolo. Insomma, la palla è sempre rotonda, ma per Vlahovic pare stia diventando un cubo con tanti spigoli. Ah, vita da bomber! Se Vlahovic fosse un film, questa avventura sarebbe qualcosa tra un thriller pieno di suspense e una commedia degli errori, con finale ancora tutto da scrivere.