Mister Motta e il suo viaggio tra santi e panchine…
Per il mister Thiago Motta, calcisticamente noto come “l’allenatore senza social” e più raro di un girasole nel deserto su Instagram, si prospetta un’avventura che mescola il mistico e il misterioso. Con lo stesso spirito con cui un cavaliere medievale affrontava un drago, Motta sta percorrendo il Cammino di Santiago, tenendo però il cellulare ben acceso nella speranza di una telefonata dalla Vecchia Signora o da altre nobili squadre. Prima però, la magia del percorso: un viaggio spirituale condito da una dose di ansia… nel caso qualcuno lo chiami dal Brasile, solo per rispedire l’offerta al mittente con la classe di chi sa il fatto suo.
Sembra che anche la Juventus stia tenendo le dita incrociate, come chi aspetta che il suo numero uscito alla lotteria si materializzi dalla nebbia del destino panchinaro. Thiago è calmo, zen, e soprattutto non disposto a barattare la tranquillità spirituale di Santiago per progetti scarsi o suggestioni di poco conto. L’Europa è il suo palcoscenico, e no, il samba brasiliano non è in programma per il momento: solo un paio di delucazioni gentili e un “grazie, ma no grazie”.
Nel frattempo a Bergamo, dove gli allenatori portano idee più che a un convegno di cervelloni, il nome di Motta risuona tra le voci come il rintocco di una campana che annuncia una nuova era. Se Gasperini decidesse di andare in pensione anticipata, la Val Seriana potrebbe diventare la nuova meta del Cammino di Motta, disegnando traiettorie di successo e panchine che sanno di Europa. Un pellegrinaggio tra santi e voci, con il cellulare sempre lì, pronto a recitare la sua parte nel teatro del calcio.