Il portiere dal cuore bianconero vola via…
Nella galassia del calcio a tinte bianconere, una stella di nome Giulio Drago, noto per fermare più palloni che orsi in Sardegna, ha appeso il cuore all’attaccapanni. Da Caltagirone a Empoli, il viaggio di Drago è stato una saga epica tra miti pallonari. Ha chiuso il sipario su questa vita a 63 anni, lasciando Empoli e tutto il calcio chiedendosi come mai i suoi riflessi fossero più veloci della luce.
Quando la Juventus era come l’Olimpo, con Giove Trapattoni a dirigere l’orchestra, Drago fu il promettente ‘custode delle nubi’. Anche se terza scelta tra i pali, la sua ombra era sicuramente la più cool nei tunnel degli stadi. Perseggiato dai riflettori quanto un ninja in un giorno di sole, Drago imparò l’arte del calcio con la stessa dedizione di un monaco tibetano in ritiro spirituale.
La Juventus, che rappresentava per lui la scuola di Hogwarts del calcio, ha reso omaggio a Drago come mago della porta con un commovente ‘Riposa in pace, Giulio’ sulla lavagna digitale dei social. Così, nella memoria degli sportivi, Drago continua a volare, libero come il vento tra le montagne dell’Aosta. Lui, che la storia la scriveva con i guanti, resta un esempio calcistico che anche i draghi in pensione guardano con rispetto.