Quando Moggi diventa il colpevole perfetto…
In un mondo parallelo dove le partite di calcio sono sospese per la “morte” di Bergoglio (tranquilli, qualcuno deve aver sbagliato filmato), siamo catapultati nel curioso scenario di “Moggiopoli” rediviva. Vent’anni fa, i giornalisti amarono il termine come i bambini amano i gelati, tralasciando volutamente il dietro le quinte di altri dirigenti che, anziché interpretare vittime sacrificali, sembravano abili a evitare il ruolo da spalla di Luciano. Sì, Moggi era il cattivo da copertina, il “colpevole perfetto”, come se fosse il Joker del calcio. C’è chi dice che sia talmente onnipotente da poter rovesciare una pizza senza far cadere la mozzarella.
Ma l’impero di Moggi fu, a quanto pare, l’unico a ricevere il trattamento VIP delle intercettazioni, lasciando fuori dal microfono altri giganti del calcio. Immaginate se avessimo potuto ascoltare tutti quanti, sarebbe stato come ascoltare una sinfonia rock scritta da arbitri dirigenti. Nel frattempo, il terreno marziano del calcio stava vivendo un’altra stranezza: Galliani, con il suo sogno di rinviare turni per recuperare giocatori, sembrava un mago che pianifica con la luna piena. E quando qualcuno dubitava, si tranquillizzava con un “non dormiamo, ragazzi!”, come se gestisse una nave pirata in un mare di partite.
E così ci si interroga se l’ondata di lamentele silenziose di Moggi perseguiva un piano architettato da un abile scacchista: i susurrati “Adriano l’ha fatto apposta…” correvano come fulmini nel cielo pieno di nuvole del calcio. Scoprire dal vivo quei teatrali retroscena è come dipingere un quadro di brontosauri in mezzo a cavalli: non molto verosimile, ma decisamente affascinante. Chiudiamo il sipario su un altro avvincente episodio calcistico in uno stadio che assomiglia sempre più a un circo di meraviglie senza fine.