Il racconto esilarante di Henry a Torino…
Ah, Henriettino! Quando si parla di Thierry Henry e della sua tappa alla Juventus, sembra di raccontare la trama di un cartone animato coi protagonisti persi nel caos totale! Intervenendo su “The Overlap”, Henry ha spiegato di essere arrivato alla Vecchia Signora nel 1999, come una specie di flash folle da Superman, dall’Arsenal con in mano una tendenza per le ali e tanta curiosità su cosa diavolo fosse un ‘esterno difensivo’! Sì, proprio così, lo hanno scaraventato sulle fasce come Superman senza capa!
Immagina il nostro amico Henry, nei panni di Speedy Gonzales impazzito: “A Monaco sono sbucato fuori dai fumetti, ero più veloce dell’ombra della mia palla”, ha scherzato. Dopo che tutti gli attaccanti sono andati in sciopero dal dottore, Thierry è stato preso e catapultato nella mischia come un proiettile sparato dalla giostra. Ha giocato col turbo, ha capito che serviva destreggiare anche la palla, non solo correre senza meta come un cane dietro al postino. Alla Juve invece, è diventato tutto un ballo di centrocampo, attacco e difesa, pensando che il prof era Ancelotti a dare i compiti da supereroe ‘multi-funzione’.
Altri tempi, altre pazzie! Alla alla Juve, Henry si è trovato circondato dal gioco dei numeri: si aspettava il numero 9, ma è finito con i panni da laterale. “Dovevo essere il quarto difensore, il quinto centrocampista, l’ala con ali vere!”, ha scherzato, immaginandosi con un tabellone da complotto in un film di spionaggio. E dalla sua figura da ala olimpionica ha compreso come regalare assist fosse una delle grandi magie del calcio. In quel labirinto del football ha imparato quanto serva essere camaleontici per diventare dei veri giganti in campo!