Da guru calcistico a miraggio: la curvatura di Motta…
Una volta erano tutti lì a fare il tifo per Thiago Motta come se fosse l’incarnazione di Guardiola, Mourinho e Van Gaal nel loro periodo d’oro. Immaginate: fascino da vendere e parole da filosofo. E poi chi se lo scorda quel tocco di Velasco? Motta sembrava esserci nato per portare la Juventus alle stelle, con eleganza e calma che parevano intoccabili. Però, come dice il saggio, non è tutto oro quel che luccica.
E quindi eccoci qui, a grattarci la testa e chiedendoci dove siano finiti tutti quei trionfi decantati. Thiago è passato da gestore di risorse umane a… beh, diciamo che adesso si cerca impiego. Certo, una vittoria col Lipsia è bella, ma serve ben di più per sfondare. Allegri sarà stato un “parcheggiatore di pullman”, ma Motta? Fidatevi, ci si chiede chi potrà mai prenderlo, forse una squadra a cavallo dei Pirenei giusto per fare un favore.
Il mondo juventino era fiducioso, ma ora è tutto un brulichio di sarcasmo e di sentimenti umani mescolati. Persino Tacconi ci ha messo bocca, mentre la moglie di Motta prova a prendersi il ruolo di cheerleader, rincuorandolo con messaggi da cuoricino spezzato. La Juve ha preso una sbandata unica con Motta, e ora si fa il conto dei danni. Che dire, una scelta aziendale che forse merita un ripensamento?