Giorgio Porrà su Sky racconta la leggenda…

Cari lettori, indossate i parastinchi dell’immaginazione e preparatevi a dribblare tra i sentimenti! Giorgio Porrà ci porta a spasso nel tempo con la storia di Andrea Fortunato, un calciatore talmente talentuoso che avrebbe potuto segnare persino mentre scalava il Monte Everest! Fortunato era il difensore moderno per eccellenza, l’uomo che con un calcio avrebbe potuto mandare la palla direttamente in orbita—e forse l’ha fatto davvero, ma nessuno l’ha mai trovato! Anche il mitico Giovanni Trapattoni si illuminò come una lampadina dicendo: “Abbiamo risolto il problema a sinistra!” Un soluto di riverenza al nostro eroe dai capelli fluenti, destinato a diventare il nuovo Cabrini con una gamba nelle nuvole e l’altra nei sogni di ogni tifoso juventino.

Ma anche i più grandi combattenti hanno avversari invisibili contro cui lottare, e purtroppo, la malattia colpì Andrea come una brutale sforbiciata in area piccola. La leucemia fu il difensore spietato che gli spuntò davanti. Con il coraggio di un gladiatore antico, Fortunato si sottopose a trattamenti che avrebbero provato persino Hulk, cercando di tornare in campo per i suoi adorati tifosi. Ed ecco spuntare Ravanelli al suo fianco, pronto a costruire un muro di sostegno emotivo più solido del muro di Berlino.

Il 25 aprile 1995, il mondo del calcio perse un giglio nel giardino degli eroi, lasciando solo il vento e qualche pallone fluttuante in ricordo. Gianluca Vialli, con una lacrima di speranza, immaginò Andrea a giocare a calcio in paradiso. E siamo tutti convinti che da qualche parte lassù, mentre ticchetta il tempo divino, Andrea Fortunato corra ancora, invincibile, dietro un pallone che non smetterà mai di rotolare. Un abbraccio forte, caro Andrea, non sarai mai dimenticato!