Un saluto strappalacrime al re degli inchini…
Ah, maggio 2012, il mese delle allergie e delle lacrime bianconere! Valigie al cielo, mentre i tifosi cercavano disperatamente fazzoletti in quantità industriale. Il culmine dello spettacolo? Un Alessandro Del Piero che si inchina in mezzo al campo contro l’Atalanta, creando un arcobaleno di emozioni degno di una soap opera sudamericana. Chi l’avrebbe detto che anche uno stadio può piangere?
Quel tour de force emozionale fu una lezione vivente su amore e addii. Del Piero, talmente generoso da sembrare sponsorizzato da una multinazionale di fazzoletti, sapeva che il saluto sarebbe stato più duro di un rigore a porta vuota. Lasciò i bianconeri con un curriculum che farebbe impallidire qualsiasi curriculum di LinkedIn: 7 scudetti, una Champions e persino un avvincente campionato di Serie B, il tutto condito con sobrietà e contratti da monaco.
Ogni juventino tiene un angolino del cuore riservato per Alex il Grande, nella speranza che un giorno torni a colorare di nuovo lo spogliatoio bianconero con la sua aura. Ma finché la Juve tiene la porta d’ingresso chiusa più stretta di un frigo in estate, possiamo solo immaginare Del Piero aggirarsi come un fantasma, pronto a tornare sui suoi passi in uno giro di campo trionfale.