Una trattativa rocambolesca e senza esiti…
Juventus e PSG si sono intrecciati in una trattativa infinita per Kolo Muani, un po’ come due cani da slitta persi al Polo Nord senza bussola. Dopo mesi di discorsi inconcludenti, è finita senza né vincitori né vinti: la Juve ha preferito un’opzione più economica con Openda, mentre il PSG ha trovato un rifugio al Tottenham per l’attaccante francese. Tuttavia, dietro le quinte, si sentivano i fulmini e le saette tra i dirigenti, con il CEO del PSG, Al Khelaifi, che sembrava pronto a lanciare il suo telefono a Pechino dalla rabbia.
I negoziati iniziarono a maggio con un cauto ottimismo, un po’ come pensare di vincere alla lotteria comprando solo un biglietto. Tuttavia, il mancato accordo sulla formula di prestito creò tensioni. Juve voleva un diritto di riscatto, e PSG desiderava garanzie. L’intesa sembrava a portata di mano con un prestito oneroso, ma un’offerta al ribasso di 40 milioni di Comolli fece imbufalire Al Khelaifi. Un’accesa telefonata del dirigente parigino alla Juve rese tutto ancora più amaro, dimostrando che nel calciomercato la memoria è lunga quasi quanto un interminabile viaggio in treno.