L’odissea calcistica di Sancho…

Nel grande teatro del calcio mondiale, Jadon Sancho è come quel gelato ai quattro gusti che poi arrivi all’ultimo e non ne trovi più traccia. E a Manchester, con Solskjær e Ten Hag che gli guardavano il calendario al contrario, Sancho ha segnato meno gol di quando provava a centrare i rigori al campetto sotto casa. Una volta brillava come una stella al Borussia, ma poi a Old Trafford è stato un po’ come Godzilla senza città da distruggere. Alla fine, Manchester ha scoperto che i suoi 13 gol in 78 partite erano come i gettoni in un vecchio flipper: troppi lanci, pochissimi punti!

Ecco dunque che arriva il prestito al Borussia, con la speranza di un ritorno in stile Rocky Balboa. Ma purtroppo, la finale di Champions a Wembley si è trasformata in una partita di scacchi giocata da un piccione: tanto rumore, pochi fatti. E poco importa se la Conference League gli ha regalato momenti esilaranti, il destino sembrava ridere sotto i baffi. Poi, ecco la stoccata del Chelsea con mister Maresca che ha pagato più sterline per liberarsene che per una vacanza ai Caraibi. Non c’è stata grazia che tenga, al Chelsea era come un coyote in un canile di barboncini.

Ora, il rumor del trasferimento alla Juve fa titillare i tifosi: Sancho ritroverà l’antico splendore o è solo un altrettanto colossale fuoco d’artificio spento? La Juventus sembra pronta ad accoglierlo con il manto abbagliante dei suoi colori: bianconero, come un pinguino in bolletta, Sancho ha l’opportunità di riprendersi la corona perduta. Insomma, o esplode come un vulcano in festa Romanista, o finisce per essere l’ennesima schiuma leggera sugli spumanti di Capodanno mai stappati.