La calciatrice svizzera si racconta…

Signore e signori, mettete da parte il caffè e prendete i pop-corn! Alisha Lehmann, la nostra svizzera volante, si è seduta con i chiacchieroni di ‘Small Talk’ e ha tolto i guantoni per raccontare tutto — o quasi! — dalla sua infanzia da Cenerentola rockettara ai retroscena tra le fila bianconere della Juventus. Dalla sua infanzia in uno sperduto villaggio svizzero degno di una cartolina, in cui sembra che le uniche code siano quelle delle marmotte alla fermata dell’autobus, Alisha ci riporta alle sue aule scolastiche dove l’unico compito era contare i compagni sulla punta delle dita… di una mano sola!

“Mi chiedo ancora perché non mi abbiano fatto una statua al paese!”, scherza Lehmann, strappando una risata fino alle Alpi. Cresciuta con la severità svizzera che gioca a gatto e topo col rigore di Herr Flick de ‘Il tempo delle mele’, Alisha ha trovato pace e un po’ di samba nello stile di vita inglese, dove il motto pare sia “Carpe Diem e poi Pisolo!”. “In Svizzera lavoriamo come formichine operative — vedi la mia mamma super-dentista! — mentre l’Inghilterra assomiglia un po’ a un lungo tè delle cinque!”, racconta, mentre sogghigna al pensiero delle sferzate educative ricevute nella sua terra natia.

Adesso, nella giostra calcistica italiana, Alisha si diverte a correre sul prato bianconero mentre ‘strilla’ con il sorriso tra le compagne. Un invito alla calma per i suoi detrattori: nonostante le freccette che le lanciano, Lehmann si allena a scansarle come un ninja con i cliché e svela: “Le critiche? Fanno parte del gioco, ma come dice Superman: “i proiettili rimbalzano!”. Così, mentre la nostra eroina custodisce i suoi sogni dietro una risata cristallina, il campo resta il suo regno e noi? Noi siamo qui col tifo scatenato!