Il siparietto serbo al Tardini…

Al Tardini di Parma si è svolta la “Gara dell’Ortopedia”, una sfilata di infortuni più frequente di un casting per uno spettacolo circense. Prima Bernabè e Vogliacco sono scomparsi dalla scena dopo soli 7 minuti – forse avevano un appuntamento urgente dal fisioterapista. Poco dopo è stato il turno del povero Vlahovic, che ha lasciato il palcoscenico a Conceicao grazie a una pantomima degna di una marionetta colpita da un fico secco – il tutto corredato da una coscia dolorante.

Esibendosi come un mimo incompreso nel difficile campo di Parma, Vlahovic sembrava più fuori posto di un gelato al volo su un campo da calcio. L’intesa con Kolo Muani? Zero assoluto, come cercare di fare una telefonata con un citofono rotto. La difesa del Parma, orchestrata da Leoni, lo ha gentilmente spedito su un pianeta calcistico tutto suo, dipingendo un altro fallimento sulla tela dei suoi sette mondi a secco.

Tudor continua a dare fiducia al serbo come un genitore troppo speranzoso durante il saggio di pianoforte del figlio. Eppure, nonostante l’assenza di note golose da parte di Vlahovic, vi è chi giura che il biondo numero 9, prima o poi, tornerà a illuminare il tabellino… con una lampadina a risparmio energetico.