Un thriller su erba con colpi di scena bianconeri…

Alla vigilia sembrava che Agatha Christie avesse prenotato un posto in panchina, ma ora sulla scena del delitto del pallone c’è Tudor, e il suo intervento sulla panchina Juve è roba da investigazione da cinema muto! Pare che gli indizi fossero lì, abbandonati come ciabatte in spiaggia, ma serviva un detective con la grinta di Miss Marple e l’energia di un motore V6 per trovare la soluzione. E così, eccolo a schizzare sul campo come un personaggio dei cartoni della nostra infanzia, col suo libretto delle istruzioni del calcio bianconero 2.0: “correre, segnare, vincere”!

La partita contro il Lecce è stata un po’ come un episodio di Detective Conan, con la Juve che risolveva misteri ad ogni passo: pallone in area? Goal! Smarcatura improvvisa? Ancora Goal! Gli avversari sembravano pupazzi in balia di un ciclone guidato dall’energia di Tudor. Questa volta, nessuna confusione, nessun indugio tipo “prendo un gelato o non lo prendo?” – la Juve chiude i giochi con la precisione di un orologio svizzero, lasciandosi alle spalle pareggi e dubbi come si fa con programmi noiosi di sabato sera.

Certo, il fiato corto nella ripresa dà quel tocco di suspense: riuscirà la squadra a mantenere il vantaggio? L’atmosfera da suspense è alle stelle, ma la Juventus, sotto la regia di un un direttore di gara da film d’azione, riesce a uscire con i tre punti, vincendo in maniera sufficiente per prenderne ispirazione per un sequel! Con 7 punti in 3 partite, Tudor sta scrivendo la sua saga bianconera, una pagina alla volta, con la velocità di un razzo e la strategia soave di un gattino che gioca con un gomitolo di lana.