Il tecnico bianconero e la tempesta nel finale…

Se Igor Tudor fosse stato verde e muscoloso come Hulk, mai stato dubbio: il primo tempo tra Juve e Lecce doveva finire 4-0! E chi osa dire il contrario? Kolo, Chico, Cambiaso… attenzione alle palle sbagliate. Come sono passati dai Giochi Olimpici di calcio alle Olimpiadi del Nervosismo in soli 10 minuti, solo il dio del pallone lo sa. Qualcuno dica a Coop di mettere le scarpe da balletto tra un goal e l’altro!

Nel mondo di Tudor, un secondo gol splendente come un diamante nella sabbia e l’incanto del terzo uomo che plana verso la rete come un gabbiano affamato. “Se giocassimo sempre così”, strilla il nostro allenatore, “saremmo già stellari dallo spazio! Ma dobbiamo migliorare, ragazzi, non basta suonare il campanello della vittoria, vogliamo spaccare la porta!” Un detto famoso? “Calcio d’attacco, mai spezzato si arrende”. La Scuola Tudoriana dell’Attenzione Aperta per Tempi Migliori è ora ufficialmente aperta.

Per Vlahovic c’è un baffo di rimpianto: “Era in modalità razzo, pronto per decollare, ma niente gol. La prossima volta, magari un teletrasporto in porta? Koopmeiners, invece, ha suonato il suo “tiro perfetto” come un violinista di strada in un giorno fortunato. Il tendine potrà lamentarsi, ma il morale vola alto! Insomma, tra fuochi d’artificio e nervosismo finale, il sipario cala su un’altra avventura juventina.”