Quando i filosofi del calcio soffocano i talenti…

TORINO – Se pensavate che la Juve fosse una sinfonia di successi, ripensateci! Ebbene sì, con 42 partite nel calderone, la Vecchia Signora sembra aver scelto di ballare il tip-tap sul bordo di un precipizio di flop. A furia di annusare l’aria e scrutare l’orizzonte tattico, sembra che la squadra di Motta abbia preso lezioni di equilibrismo da un funambolo.

In un parallelismo col Bologna delle meraviglie della scorsa stagione, numeri alla mano, la Juve appare come una Ferrari incatenata. La seconda squadra più titolata d’Italia sembra aver smarrito l’arte di come si fa un gol d’autore. I campioni, vittime dello schema in gabbia, sembrano canarini in una voliera, cinguettano ma non volano. Con nove sfide all’orizzonte, il quarto posto è il sacro Graal che serve per entrare nel paradiso della Champions e svegliare Bancomat e sponsor addormentati.

Se non occorrono pene scellerate per aprire la gabbia della creatività, urge un cambio di passo. Prima che la Juve diventi un documentario sulla fauna estinta, serve lasciare la parola all’istinto. Meno strategia da playstation e più genio sregolato: è ciò che serve per risvegliare il Juve style e far sorridere i tifosi. Il tempo è denaro… e gol!